Abbiamo già fatto un lungo cammino:superata quasi la metà.
Questa immagine vuole farci vedere dove siamo arrivati in questo cammino quaresimale 2020
Occorre che torniamo da Gesù! Lui ci dà occhiali per vedere bene anche la molto lontano. Con gli occhi limpidi il cuore sarà più disponibile e generoso ricordati di incontrare Gesù nel tuo cuore
Vi siete mai svegliati di notte, d’inverno e aprendo gli occhi non riuscite a vedere niente? Avete mai giocato a mosca cieca in un prato? Quando vi mettono quella benda nerissima sugli occhi e voi non vedendo niente cercate di acchiappare i vostri compagni che intanto vi prendono in giro e magari urtate contro gli alberi, inciampate e cadete per terra? O vi è mai capitato che in una mattina di primavera, come oggi, ad esempio, i vostri genitori per farvi alzare dal letto alzino le tapparelle all’improvviso?
Queste sensazioni le ha provate tutte il povero cieco del Vangelo di oggi. Lui non vede niente anzi, non ha mai visto niente: era nato cieco. Poi incontra Gesù che gli apre gli occhi e la prima cosa che vede è la luce. E con la luce riscopre la bellezza nella natura, riesce a dare un viso alle voci che sentiva, apprezza i colori e le meraviglie della vita.
Noi spesso siamo come quel cieco nato di Gerusalemme: siamo nel buio. Abbiamo quella benda sugli occhi, siamo in quella stanza buia perché la benda che ci siamo messi sugli occhi è data dalle mille preoccupazioni che ci fanno dimenticare il nostro rapporto con Gesù. Apriamo la nostra giornata con una preghiera di affidamento al Signore e la chiudiamo con una preghiera di ringraziamento?
Se ci lasciamo toccare da Gesù anche il buio di queste giornate faticose, difficili, che non vi permettono non solo di andare a scuola ma anche di giocare con gli amici, di andare a fare le vostre attività sportive, potrà illuminarsi della luce della speranza perché Gesù è la luce che illumina il mondo e tutta la nostra vita.
Una testimonianza di vita: dai campi di basket alla clausura
Oriana Milazzo è una giovane promessa del basket italiano. A 14 anni si trasferisce da Agrigento ad Alcamo per inseguire il suo sogno, giocare a pallacanestro a livello agonistico. Conosce il locale monastero di clausura di Santa Chiara grazie alla famiglia a cui è affidata. Poi però il trasferimento a Priolo dove il suo sogno si realizza: l’esordio in A1 e la convocazione in nazionale. Ma la felicità non è completa, «c’era qualcosa – racconta Oriana – che continuava a mancarmi, sentivo una insoddisfazione in me». Cresce così, in questo momento di “crisi”, il bisogno di essere utile agli altri. Aumenta l’impegno in parrocchia e in quei giorni matura la decisione di diventare un medico missionario. Ma una volta giunta a Roma e cominciati gli studi, Oriana continua a sentire ancora dentro di lei quel senso di insoddisfazione che la porterà a riconoscere nel monastero di Alcamo la sua vera casa, il luogo dove il Signore l’attende e dove lei ha scelto di seguirlo. Oggi Oriana è la raggiante Suor Maria Chiara.
Dice Papa Francesco: «Le religiose dedite alla preghiera e alla contemplazione sono come “fari e fiaccole” che guidano e accompagnano il cammino dell’umanità, un “dono inestimabile ed irrinunciabile” per la Chiesa»
Novità
Cari ADOLESCENTI… non ci siamo dimenticati di voi…
….in vacanze anticipate per poter avere del tempo e prepararsi alla settimana Santa e alla Risurrezione di Gesù: chissà se per allora anche noi saremo lasciati in “libertà” … risorgere!
Questa domenica, Gesù, ci suggerisce di lasciarci pulire gli occhi per vedere bene il traguardo che si avvicina e non lasciarci confondere da mille altre superficialità.
Noi ci lasciamo guarire da Lui o non ci ricordiamo neanche della sua esistenza? Grave!
“Non si verde bene se non con il … è questa la vista da sistemare! Gesù ci sta aspettando per risistemarci vista e cuore. Possiamo rispondere: “Eccomi”